L’integrità energetica è la questione centrale per un guerriero, ma dovrebbe esserlo per ogni essere consapevole.
Non sto riferendomi al semplice salvaguardare l’energia, aspetto sul quale Carlos Castaneda era stato molto chiaro, sia nei suoi libri che in occasioni pubbliche. Non è sufficiente preservare la propria energia: è di assoluta importanza valutare il modo in cui la raduniamo e l’intento che ha mosso le nostre azioni nel farlo.
Un guerriero ha molto chiare due cose: di non avere tempo e che l’unica cosa che conta è la propria energia. A questa consapevolezza si aggiunge l’esperienza dei nuovi veggenti, maturata in migliaia di anni, che li ha portati a comprendere la necessità di compiere i propri passi lungo sentieri sicuri.
Perciò la salvaguardia dell’energia è guidata dalla loro sobrietà e dalla relazione intima con la terra come essere consapevole. Questi elementi fanno si che ogni loro azione sia il frutto di un’attenta valutazione delle conseguenze dei loro atti all’interno di una strategia libera dettata dall’amicizia con l’intento.
Dal punto di vista pratico ci sono molte attività che aiutano i guerrieri a sviluppare una lucida visione: la ricapitolazione, il non fare del sè, la lotta alla concentrazione su se stessi ma, soprattutto la consapevolezza che ogni azione può essere condotta in modo da fortificarsi o indebolirsi a seconda di come viene utilizzata l’energia in gioco nell’azione stessa.
Questa visione fa da guida per ogni scelta attiva a partire dalle più piccole cose. Il segreto è contenuto nei dettagli.